AlainCo Tech-watcher, admin
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Posts by AlainCo

    there are some experiments with ZrO2, Pd, Ni mixes.
    there is also some experiments with "proton conductor" ceramics, done by Biberian , Mizuno , Oriani...
    http://www.lenr-canr.org/acrobat/MizunoTanomalousha.pdf
    http://www.lenr-canr.org/acrobat/OrianiRAaninvestig.pdf
    http://www.jeanpaulbiberian.net/Download/Paper 41.pdf


    Edmund Storms in his books describe that among many protocols producing heat.


    one can also link that to some zeolites experiments
    http://coldfusionnow.org/iraj-…mazad-lenr-with-zeolites/


    for someone having worked on TEG or fuel cells, it is not alien.

    The patent seems to be a red herring, and is without any value.


    So is there a catalyst ?
    One possibility is that nickel is the catalyst, as it is already...
    Best is to hide things in public.


    another interesting analysis is that Rossi have found the calalyst because he have a culture different from others LENR scientists.
    He is from petrochemistry and TEG nanotech... maybe is the catalyst a classic catalyst or structure in his domain. ?(

    pour participer il faut un compte, et la mire est proposée systématiquement, et il semble que la politique soit de l'exiger pour lire les posts.


    je regarde.

    What is the theme of those video ? is there breaking news inside, conformation ?
    is there any transcript or summary ?


    Brillouin should prepare for a hot battle with E-cat and emerging initiative, or prepare to join one of those group...
    With McKubre helping them they have some advantage, but they seems late.
    I'm even afraid, seeing their lack of announce they are blocked (or simply they are cautious?).

    Michel just found that executive report from IBM "The new age of ecosystems - Redefining partnering in an ecosystem environment" (the PDF is


    It explains that ecosystem are now required because of a "smarter" world that self-organize better by communication.Old organization cannot cope with that fast enough.



    Further than LENR-Cities explanations, IBM explains that companies will participate into many ecosystem, and that ecosystems will structurate in ecosystems of ecosystems... The new paradigm of business ? See the success and failures of appStores, game consoles, PC, where the most important is to give space for others to give values to your technical assets...



    This paper also classify the style of ecosystem, from orchestration level and complexity.
    The LENR cities approach seems to be quite natural when yo follow this business trend.


    It seems the news forget to tell us the world have changed since the train companies.

    Here is the english translation of the interview published in french forum]. During the month of June, Michel Vandenberghe and I exchanged a long, informally and we agreed to formalize these exchanges in the form of an interview, virtual interview, but based on my real questions about LENR-Cities, the ecosystem it must organize in order to develop LENR. Meanwhile, as expected, LENR-Cities was founded in Switzerland in Neuchatel, a sign that things are getting serious. Here is this fictional dialogue, accompanied by a short introduction, and additional resources that have appeared helpful. The text, result of our discussions, is licensed under Creative Common. [news=3,meta][/news]

    Here is the italian translation of the interview published in french forum. During the month of June, Michel Vandenberghe and I exchanged a long, informally and we agreed to formalize these exchanges in the form of an interview, virtual interview, but based on my real questions about LENR-Cities, the ecosystem it must organize in order to develop LENR. Meanwhile, as expected, LENR-Cities was founded in Switzerland in Neuchatel, a sign that things are getting serious. Here is this fictional dialogue, accompanied by a short introduction, and additional resources that have appeared helpful. The text, result of our discussions, is licensed under Creative Common.


    Il progetto di LENR-Cities SA
    Michel Vandenberghe, uno dei fondatori di LENR-Cities risponde alle nostre domande. Il team di LENR-Forum segue questo progetto dal 2012.

    Contesto

    Alain. La fusione fredda, alias LENR (Low Energy Nuclear Reactions) presenta nuovi sviluppi con segni di crescente sostegno da parte dell'industria, agenzie governative e varie iniziative imprenditoriali. LENR-Cities è una delle iniziative più insolite, in quanto non propone un reattore e neanche un laboratorio ma di sviluppare un ecosistema per il progetto LENR.

    Michel e Didier hanno lanciato nel 2012 LENR-Cities, raggiunti da Georges nel 2013 e poi da una piccola squadra.
    Michel ed io stesso ci siamo conosciuti sul social network Viadeo, a seguito di un articolo della NASA, scritto da Alain Samoun sul suo forum "le città più intelligenti". Il team di LENR-Forum da allora ha avuto contatti informali ma continui con LENR-Cities, con il desiderio condiviso di promuovere l'adozione di questa tecnologia.

    Michel è già stato intervistato su LENR-Forum e ha presentato il concetto di ecosistema, ma è chiaro che questo concetto non rientra in schemi tradizionali. Il concetto merita di essere spiegato ancora, così come l’avanzamento del progetto.

    La comunità degli "attivisti" LENR, desiderando che le LENR crescano rapidamente, si aspetta reattori venduti su grande scala, o almeno una energia elettrica LENR, in attesa di auto alimentate da LENR e naturalmente la famosa "teiera LENR".

    Noi crediamo che le LENR siano una delle principali innovazioni che cambieranno il mondo e non senza opposizione dall’ambiente accademico ed economico.

    In cosa LENR-Cities cambia tutto e come avanza il progetto? Questi saranno i temi chiave di questa sintesi di diversi scambi.



    Alain: Buongiorno Michel
    Michel: Buongiorno Alain.

    Alain: Lei ha ritardato il nostro appuntamento di maggio ai primi di luglio ed eccoci qui. Oggi spero di sapere tutto su progetto LENR-Cities


    Michel: Ci metterò tutta l’energia



    La sintesi delle nostre discussioni.

    1. Qual è la vostra proposta?

    Alain: Cosa fa LENR-Cities?
    Michel: In particolare, LENR-Cities propone di raggruppare sotto un unico progetto ricercatori, industriali e investitori per affrontare la sfida dell'energia. Abbiamo concepito un progetto e un'organizzazione del mercato per realizzare ciò. L'obiettivo è quello di creare nuovi mercati nel settore dell'energia.

    Alain: Che tipo di organizzazione del mercato?
    Michel: Un ecosistema. Noi articoliamo le capacità tra i partecipanti come offerte win-win e le componiamo sotto forma di offerta completa per i partner e clienti dell'ecosistema.

    Alain: Può definire la nozione di "ecosistema"?
    Michel: Semplicemente, diciamo un gruppo di attori la cui combinazione crea un ambiente adatto al loro sviluppo, vale a dire lo sviluppo delle loro attività.

    Alain: Va oltre le idee di networking, collaborazione o cooperazione.
    Michel: Sì, lavoriamo e sperimentiamo questo modello di sviluppo da anni e abbiamo un approccio pratico.

    Alain: L'ecosistema è un mezzo?
    Michel: Sì, l'obiettivo è quello di sviluppare una offerta tecnologica LENR e di mutualizzare le capacità di industrializzazione al fine di moltiplicarne le applicazioni. Lo scopo dell’ecosistema è quello di garantire lo sviluppo delle attività di ciascun partecipante, comprese quelle di LENR-Cities, che formano il cuore del settore LENR. Va tenuto presente che lo sviluppo di un ecosistema è anche un'attività in sé.

    Alain: LENR-Cities ha particolare esperienza nello sviluppo dell'ecosistema?
    Michel: Sì, il nostro team sta lavorando su questa esigenza di anni. Abbiamo una vasta esperienza con l'obiettivo di ridurre il rischio per ogni attore, aumentando il valore dell’offerta di ciascuno di essi. Abbiamo partecipato a molti progetti di carattere dirompente e questo obiettivo è centrale.

    Alain: Il vostro compito sarà dunque quello di sviluppare un ecosistema per le LENR.
    Michel: Sì, a patto che se ne capisca il significato. Creare e sviluppare un ecosistema per le LENR significa creare un mercato, il suo nucleo, per attori che abbiano l'ambizione di sviluppare un settore LENR. Per questo motivo intendiamo sviluppare e commercializzare prodotti e strumenti per allineare gli interessi dei player in una rete di progetti.

    Alain: Vorreste diventare una sorta di gestore del mercato di un nuovo genere?
    Michel: In un certo senso, per dargli un nome parliamo di "Venture Industry".


    Alain: Voi utilizzate il termine LENR in maniera generica.
    Michel: Usiamo il termine LENR per descrivere un insieme di applicazioni per una nuova ingegneria della materia, sviluppata come ampliamento delle nanotecnologie e della scienza dei materiali, e applicata all'energia, le trasmutazioni, la superconduttività, la produzione idrogeno o produzione diretta di energia elettrica. Questo elenco non è esaustivo. Le applicazioni di questa tecnologia sono molteplici e i mercati sono enormi e interessano tutti i settori, aprendo nuovi mercati nel riciclaggio delle risorse o nell’autonomia delle attrezzature, dal trasporto ai robot per esempio.

    Alain: Perché il nome LENR-Cities?
    Michel: Una città è un ecosistema e il nostro progetto è di creare un punto di sintesi per portargli energia



    Alain: Credo di capire il vostro progetto.
    Michel: Formalmente, questo è ciò che leggerete nello statuto della nostra società. La società progetta, sviluppa e commercializza - strumenti e prodotti - per lo sviluppo economico e commerciale - di un ecosistema di attività scientifiche, di ingegneria finanziaria e industriale. E la sua missione: Questo ecosistema favorisce lo sviluppo di una industria traente beneficio dalla scienza dei materiali e della materia e della sua applicazione nel campo dell'energia.

    Alain: Cosa offre l’ecosistema ai partecipanti?
    Michel: Agli industriali di partecipare e beneficiare dei risultati dell'ecosistema per integrare le loro offerte in un settore LENR, ai finanziatori di disporre di un nuovo modello di finanziamento dell'innovazione e della ricerca e ai ricercatori di sviluppare la tecnologia LENR nell'ambito dei propri progetti, riducendo il rischio per tutti i partecipanti. L'offerta dell'ecosistema è distinta dalle offerte proprie dei partecipanti. L’offerta di LENR-Cities è l’ecosistema stesso.

    Alain: Cosa offre l'ecosistema ai suoi clienti?
    Michel: Sviluppare le proprie attività nel settore LENR: agli industriali, creare un nuovo mercato nel loro settore di attività, agli investitori investire in nuovi mercati, e agli scienziati essere associati all'ecosistema nello sviluppo dei progetti con i primi due.

    Alain: Una proposta che richiede di far co-evolvere una serie di offerte sul mercato.
    Michel: è ben per questo che essa viene sviluppata solo da un innovativo ecosistema iniziale e organizzata come una rete di progetti.

    Alain: Assicurare la continuità in una fase di innovazione di rottura in qualche modo?
    Michel: Sì, ogni innovazione dirompente è una sfida per ogni azienda e siamo ad un punto in cui il flusso di rotture interessa tutti i settori,

    Alain: Qual’è la vostra proposta?
    Michel: La nostra proposta di valore è quella di consentire alle aziende di sfruttare le loro posizioni competitive in una fase in cui il gioco della concorrenza va molto di fretta.
    2. Qual è la vostra differenziazione?

    Alain: L'ecosistema?
    Michel: Sì, per costruzione, non siamo in concorrenza con nessun attore sul mercato LENR. Siamo complementari ad ognuno di essi. Ogni attore ha la necessità di sviluppare il proprio ecosistema. La nostra offerta soddisfa questa esigenza. Noi ci differenziamo per la nostra competenza sull’ecosistema. E 'per questo motivo che alcuni player possono essere nostri partner e altri clienti. I nostri partner sono quelli con i quali LENR-Cities è in grado di sviluppare un ecosistema aperto per estendere naturalmente il mercato LENR e quindi l'attività dell'ecosistema stesso. Si tratta di creare nuove industrie a lungo termine.

    Alain: Questo ecosistema è aperto a tutti?
    Michel: L'ecosistema fornisce l'accesso alle LENR a tutti gli attori affinché essi integrino l’industria LENR, essendo l'ecosistema il nucleo iniziale. Una società può scegliere di essere un partner nell'ecosistema se è in grado di rispondere alle nostre offerte di win-win, altrimenti è un cliente. Il partner industriale o investitore deve investire nell'ecosistema, il cliente sui mercati sviluppati dall'ecosistema. Si noti che ogni cliente può ovviamente trattare direttamente con un attore dell'ecosistema, ma ovviamente solo sulle proprie offerte.

    Alain: Ogni attore può dunque avere accesso alle offerte dell'ecosistema.
    Michel: Sì, chiunque deve poter entrare nel mercato LENR; questo è il modo per coinvolgere una transizione massiccia, una condizione per l'adozione delle LENR. Si pensi ad Internet.

    3. La tecnologia LENR

    Alain: Per sviluppare un settore, lo sviluppo delle LENR deve completarsi. Considera questo un fatto certo?
    Michel: La realtà delle LENR è inscritta negli studi pubblicati da 25 anni a questa parte. Evidenze dimostrano che esiste un percorso fra chimica e fisica nucleare che permette di trasformare la materia. Per noi, il controllo delle LENR e lo sviluppo del suo mercato sono solo una questione di tempo. Strutturiamo un futuro mercato per la rimozione degli ostacoli e accelerare il processo. Si noti che questo stesso approccio può essere applicato a qualsiasi innovazione di carattere dirompente.

    Alain: Quando immaginate che arriveranno le prime applicazioni?
    Michel: Con le condizioni favorevoli per il raggiungimento degli sforzi di ricerca necessari per compiere il passo finale nei prossimi 2-3 anni per i primi risultati utili.

    Alain: Lei ha usato la frase "trasformare la materia" intenzionalmente?
    Michel: Sì, come ho detto nell'introduzione.

    4. L'esigenza di mercato

    Alain: Perché vi siete dedicati fin dall'inizio nello sviluppo di un ecosistema?
    Michel: Quando abbiamo iniziato a lavorare sulle LENR, abbiamo riconosciuto il profilo di una innovazione dirompente. Sappiamo per esperienza che mostrare non è sufficiente a dimostrare o a promuovere l'adozione. Se LENR offre in realtà una energia a basso costo di produzione e di utilizzo, abbondante e pulita, la sua natura dirompente è un ostacolo alla sua accettazione da parte del mercato e quindi al suo sviluppo in previsione del suo impatto.

    Alain: In altre parole, l'ostacolo viene dagli operatori di mercato stessi. Rimuovere questo ostacolo è la necessità a cui voi volete rispondere.
    Michel: Sì, le questioni relative allo sviluppo delle LENR e il suo futuro impatto sul mercato non possono essere separati. Ci deve essere un mercato in cui l'impatto risulta ridotto al minimo in questo mercato e trovare i modi per incoraggiarne lo sviluppo.

    Alain: Confesso che io non vedo come possiate fare! Ma la necessità è chiara e universale.
    Michel: Sì LENR è un caso perfetto. Possiamo applicare anche ad altre innovazioni di carattere dirompente e soprattutto per sviluppare applicazioni future di LENR.

    Alain: Sviluppare un nuovo modello di finanziamento per l'innovazione è una delle necessità?
    Michel: Ieri si investiva per prendere dei mercati. Domani si investirà per creare mercati, quelli attuali spariranno. Gli eventi dirompenti saranno la norma e i mercati esistenti troppo stretti in un mondo finito e competitivo. Questa è l'unica fonte di crescita.

    Michel: Ho trovato interessante il blog di cui lei mi ha parlato durante le nostre discussioni.
    Alain: Philippe Silberzahn sull’innovazione dirompente. Il suo blog e il suo articolo "Imprenditorialità, patchwork pazzo". Ho messo i link nelle note.

    5. Il vostro approccio.

    Alain: Lei ritiene che l'introduzione delle LENR sarebbe una grande sfida per gli attori sia industriali che investitori indebolendo le loro offerte e i loro investimenti. Ecco perché ne ritardano lo sviluppo. È certo che, se saprete interessare gli industriali e investitori al futuro mercato LENR le cose accelereranno.
    Michel: Sì, per i ricercatori in primis e le loro imprese scientifiche e tecnologiche.

    Alain: Come contate allora di convincere chi non avrebbe interesse?
    Michel: Non stiamo cercando di convincerli. Oggi le aziende non investono abbastanza nelle loro attività presenti, perché sanno che il flusso continuo di innovazioni riduce costantemente la loro durata di vita. Esse devono innanzi tutto rinnovare i loro mercati e prendere posizioni in nuovi mercati. Noi proponiamo un modello di business a questo scopo. Consideriamo l'attuazione di LENR come un evento certo, come lo sappiamo per altre innovazioni dirompenti.

    Alain: Se è certo, non è più un rischio?
    Michel: Assolutamente, si dovrebbe comprendere che la natura fondamentale del rischio cambia. Cosa bisogna fare prima e dopo un evento che sappiamo certo e che per sua natura può distruggere il vostro mercato. L'incertezza, così il rischio si riferisce alla data dell'evento.

    Alain: A che punto sono le aziende tecnologiche già in gara?
    Michel: Le imprese scientifiche e tecnologiche immaginano di sviluppare prodotti LENR dimenticando o non capendo che nessun modello specifico classico di business funzionerà dopo che il primo prototipo in scala pre-industriale sarà disponibile. Ecco perché hanno tanta difficoltà a trovare le risorse necessarie. Un investitore ha bisogno di sapere come saranno valorizzati i suoi investimenti.

    Alain: Ma queste aziende di tecnologia hanno altri alleati?
    Michel: Queste aziende sono corteggiate da molti attori con varie intenzioni tra cui alcune per creare questo mercato. Ma questi attori hanno lo stesso problema. Non è un problema delle aziende ma un problema di mercato. Nessun singolo attore può riuscire a nostro avviso, con una domanda superiore all'offerta di diversi ordini di grandezza quando il mercato si aprirà. Il nostro obiettivo è quello di essere in grado di far crescere l'offerta al livello di un mercato.

    Alain: Vuole dire che non si può innovare senza la 'complicità' del mercato?
    Michel: Il processo di innovazione può essere analizzato dal punto di vista della capacità di un’azienda o di un individuo di convincere un mercato. Si può considerare una prospettiva più globale. Possiamo dire che il mercato innova quando coloro che hanno un interesse in questo mercato convergono nell’adottare l’innovazione. Questa lettura fornisce un importante ruolo all’innovazione organizzativa, in primo luogo al modo di realizzare questa convergenza.

    Alain: Il mercato oggi tenderebbe a sopprimere il fattore di rischio rallentando lo sviluppo, e lei ha scelto di ridurre il rischio.
    Michel: Esattamente. Noi rispondiamo organizzando un mercato lungo tutta la catena di valore che noi ristrutturiamo. Le nostre proposte di valore sono specifiche per ogni gruppo di attori, scienziati, industriali e investitori, e la nostra proposta complessiva li inscrive in un sistema che dà senso e credibilità a ciascuno di essi, con l'effetto di ridurre i rischi di ciascuno, la sia nella sua attività che sul mercato.

    Alain: Nella scienza, le due ragioni più frequentemente citate per il lento sviluppo sono la mancanza di collaborazione tra i ricercatori e la mancanza di finanziamenti seri. Che ne pensa?
    Michel: La mancanza di finanziamenti è il risultato delle aspettative degli attori. Migliorare la collaborazione tra i ricercatori è fondamentale perché la molteplicità degli studi e delle analisi mostrano che la tematica è intrinsecamente interdisciplinare. Vorrei aggiungere a questo elenco, le modalità di riconoscimento del lavoro scientifico per il quale abbiamo anche una proposta innovativa.

    Alain: Come pensate di promuovere l'interdisciplinarità tra i ricercatori?
    Michel: L'interdisciplinarietà significa che diversi campi di ricerca si integrano in un dominio più vasto, ed è in questo dominio noi intendiamo valorizzare e nel quale porteremo le nostre capacità di industrializzazione.

    Alain: Cosa pensano gli scienziati del vostro progetto?
    Michel: Coloro ai quali lo abbiamo presentato sono interessati. Miriamo a presentarlo alla comunità mondiale impegnata nel campo.

    Alain: Che cosa gli offrite?
    Michel: Di facilitare gli investimenti nella ricerca, minimizzando il proprio rischio senza ulteriore obbligo se non quello di partecipare all'ecosistema. Offriamo diverse modalità di partecipazione. Una società può stipulare un contratto con l'ecosistema nel modo consueto (contratto di licenza) o su un modello innovativo che la associ alla fase di industrializzazione e ai suoi benefici.

    Alain: Finanziamenti per la ricerca: Può chiarire?
    Michel: Noi non finanziamo attività di ricerca direttamente con l'eccezione delle attività interdisciplinari. Offriamo la gestione del rischio per tutte le parti interessate. Noi mutualizziamo la riduzione del rischio e miglioriamo il valore della propria attività attraverso la loro partecipazione nell'ecosistema. Abbiamo delle proposte di valore per ogni attività specifica e, per prendere una quota dei benefici previsti, gli investitori e gli industriali investono nell'ecosistema. Naturalmente, inizialmente, questi investimenti sono principalmente nel finanziamento della ricerca.



    Alain: L'ecosistema è un’azienda?
    Michel: No, è unicamente concretizzato da un contratto aperto, in corso di elaborazione da LENR-Cities

    Alain: LENR-Cities è l'ecosistema?
    Michel: No, LENR-Cities è nell'ecosistema, e la sua posizione è anch’essa definita attraverso questo contratto.

    Alain: Qual è il nome di questo ecosistema?
    Michel: Il marchio dell’energia imprenditoriale. Chiamiamolo ecosistema per adesso.

    6. Il marchio
    Alain: Volete sviluppare un marchio?
    Michel: L’energia è ovunque, richiesta in ogni campo. Il marchio creerà un legame con l’ecosistema tra le molteplici iniziative


    7. La vostra risposta.

    Alain: Modificare le aspettative degli attori i cui prodotti, investimenti, strategia di investimento o potere sarebbero messi in discussione dalle LENR, coinvolge parecchia gente☺.

    Mi sembra impossibile cambiare ciò.
    Michel: Non possiamo cambiare queste aspettative, soprattutto nel breve termine. Non è una questione di trasformare il gioco esistente ma di sovrapporvene un altro che permetta di realizzare in un perimetro controllato gli effetti di questo gioco lavorando con gli innovatori interessati.

    Alain: Lei parla di cambiare il gioco al mercato stesso, ma nessuno lo rappresenta.
    Michel: è il ruolo di LENR-Cities. Noi siamo un attore nell'ecosistema e curiamo i suoi interessi, il suo piano di battaglia sviluppando di un "business plan aperto" per finanziarlo.

    Alain: Riassumo: Creare e gestire un ecosistema che integri le attività di un gruppo di attori, scienziati, industriali e investitori interessati alle LENR, offrendo loro di soddisfare il proprio obiettivo al tempo stesso creando un’offerta completa che dia valore alla loro. Il vostro mestiere è quello di concepire strumenti e metodi per sviluppare questo ecosistema e la sua offerta globale.
    Michel: Ottimo

    Riassunto

    8. Come funziona.

    Alain: Qual è il vostro quadro di analisi?
    Michel: Conosciamo i modelli di tipo 'business sociale' e li trasponiamo nel settore ricerca e industria. Noi lavoriamo sul rapporto tra la condivisione del valore e la concorrenza tra gli operatori sulla catena di valore.

    Alain: Qual è l'idea?
    Michel: Riduzione dei rischi per ogni attore nelle proprie attività ricostruendo in altro modo il gioco di condivisione del valore, aumentando allo stesso tempo il valore complessivo. Alla fine, avremo concepito tre innovazioni organizzative il cui effetto combinato rende possibile la trasformazione della condivisione di valore.

    Alain: E il beneficio?
    Michel: rendere disponibili delle offerte uniche di tipo win-win tra attori dell'ecosistema. L'ecosistema è una sorta di mercato aperto, parliamo di ambiente "market sandbox", un ambiente dove l'organizzazione allinea gli interessi di tutti gli attori attorno alle LENR. Ogni attore nell'ecosistema trova alla volta sia un mercato che la capacità di sviluppare la propria offerta.

    Alain: Il suo "market sandbox " è un ambiente di prototipazione di mercato?
    Michel: Piuttosto un ambiente per creare nuovi mercati.

    Alain: Si parla di partner dell'ecosistema e poco dei suoi clienti?
    Michel: Per fare questo, dobbiamo prima chiarire la portata dell'ecosistema, tenendo presente che l'obiettivo dell'ecosistema non deve essere confuso con quello dei suoi partecipanti. Ad esempio, l'ecosistema sviluppa tecnologia, ma non mira a sviluppare una batteria o un reattore LENR, ma alcuni dei partecipanti ce l’hanno.

    Alain: Capisco che LENR-Cities ha un obiettivo, l'ecosistema ne ha un altro, e che l'ecosistema come ciascuno dei partecipanti risponderanno agli obiettivi dei loro clienti.
    Michel: Esatto, e per tornare alla sua domanda iniziale, la riformulerei in questo modo: come differenziereste partner e cliente? Un partner è in grado di proporre le offerte dell’ecosistema, un cliente ha accesso solo alle offerte dei partner dell'ecosistema. L'ecosistema sviluppa le sue offerte proprie e un partner può trarne beneficio solamente a condizione di premessa e poi operativa di partecipare all'ecosistema.

    Alain: complesso e semplice al tempo stesso.
    Michel: Il meccanismo interno è complesso, ma l'uso sarà semplice.



    Alain: I vostri partner hanno bisogno di capire questo meccanismo?
    Michel: E 'importante che i nostri partner scientifici comprendano che adattiamo le loro offerte alle esigenze dell'industria e degli investitori e che per andare sul mercato, se hanno costituito delle aziende, essi hanno bisogno di lavorare con l'industria e gli investitori. Lo stesso ragionamento vale per industriali e investitori.



    Alain: Cosa offrite ai vostri partner?
    Michel: Le risponderò indirettamente. Non usiamo un modello che disaccoppia gli investimenti dalle attività di ricerca e industriali in modo da garantire alle imprese scientifiche e tecnologiche la necessaria indipendenza e di rimanere aperti a un ampio spettro di applicazioni. Stiamo sviluppando un modello di proprietà (Open IP) promuovendo la condivisione di informazioni e attività interdisciplinari tra scienziati pur conservando i loro propri diritti. In una seconda fase, potremo sviluppare un prodotto assicurativo per promuovere la trasformazione verso l'industria LENR offrendo di investire nei mercati e non sulle imprese.

    Alain: Implementare questa offerta prenderà del tempo
    Michel: Certo, e l'ecosistema globalmente ha per obiettivo di svilupparla.

    Alain: I’attività di LENR-Cities si evolverà con lo sviluppo dell'ecosistema?
    Michel: Evidentemente, più avanti imposteremo lo sviluppo di un centro a Neuchâtel, in Svizzera, per la creazione di nuove attività e per fornire gli strumenti di produzione per l’industria LENR.

    Alain: Questo potrebbe essere un progetto per una grande azienda.
    Michel: No, un progetto che deve coinvolgere diverse grandi aziende. Dato che la governance deve essere adattabile e malleabile in ciascun comparto della catena di valore in evoluzione, solo una start-up, o al più una rete di start-up è in grado di progettare e implementare il kernel di un tale progetto.
    ----------------------------------
    Alain: Qual è la vostra proposta a queste grandi aziende?
    Michel: Noi proponiamo loro di co-sviluppare un ecosistema di attività LENR per la loro industria.

    Alain: Lei mi ha parlato di 650Labs nella Silicon Valley, quando abbiamo parlato di transizione dei mercati per illustrare questa evoluzione.
    Michel: 650labs è un buon esempio. Questa azienda è a monte della catena di valore dove di inserisce LENR-Cities. Le grandi aziende hanno capito che la transizione al digitale e la velocità di questa transizione non lasciano loro altra scelta se non quella di reinventare continuamente la loro attività, in particolare per consentire al mercato di integrare le loro capacità in funzione della creazione di valore aggiunto che esse apportano, tutto questo in cicli molto brevi. In questo contesto, il quadro di valorizzazione della scienza non è più adeguato. La scienza deve diventare un attore del mercato a pieno titolo e questa tendenza deve permettere di finanziare la ricerca in altro modo.

    9. La vostra squadra e i vostri partner

    Alain: Qual è il profilo ideale dei vostri partner?
    Michel: Il nostro progetto si rivolge a imprenditori aperti ad esplorare la gamma delle possibilità partendo da ciò che hanno, sapendo pensare in termini di rischi e non di certezze, sapendo che un progetto scrive il piano e sapendo trarre profitto dall’incertezza e non pensando che sia impossibile

     Abbiamo rapporti con altre squadre con cui lavoriamo su progetti scientifici, finanziari e giuridici innovativi.

    Alain: Chi sono i vostri partner?
    Michel: Sappiamo dove vogliamo arrivare e prendiamo il cammino così come viene, anche disposti a fare un paio di deviazioni. Le regole di sviluppo dell'ecosistema sono note. Per contro, ciò che crea l'ecosistema dipende da coloro che effettivamente vi partecipano. Tutte le attività sono parte di una rete di progetti svolti da diverse squadre. Noi applichiamo sempre il modello.

    Alain: cominciamo allora con il vostro team. Chi sono i fondatori di LENR-Cities?
    Michel: Didier e Georges. Ognuno di noi ha più di 50 anni e questo è importante nelle nostre motivazioni. Didier è un innovatore del settore industriale ed è responsabile per la componente industriale del progetto. Georges è il nostro CFO. E 'responsabile per lo sviluppo dei partenariati in Svizzera.

    Alain: La società Kresenn è stata il primo partner sulla strada di LENR-Cities?
    Michel: Sì, una startup guidata da Angelo. Angelo non è un fisico, ma ha una capacità unica di approccio alle cose in questo campo. Ha un ruolo fondamentale nell'ecosistema e si occupa dello sviluppo della struttura incaricata delle attività scientifiche interdisciplinari. Inoltre noi supportiamo il suo proprio progetto di sviluppare un laboratorio di ricerca europeo come supportiamo tutti i progetti dei ricercatori partner.
    Alain: Il vostro progetto è in un contesto europeo. Quali sono gli agganci a livello internazionale?
    Michel: In Italia, nei paesi scandinavi, in Svizzera, in Inghilterra principalmente. Vorremmo anche lavorare con i nostri amici giapponesi. Abbiamo già punti di contatto in molti di questi paesi. Inoltre siamo già stati avvicinati ad esempio da attori in Brasile e in India.

    Alain: E la Francia?
    Michel: Il sistema francese è particolarmente sensibile ai cambiamenti. Vorremmo vedere diverse grandi aziende sostenere il nostro progetto.

    Alain: Voi non potreste gestire così tante cose in parallelo anche se aveste accesso domani mattina a notevoli risorse finanziarie e umane.
    Michel: In un modello tradizionale sarebbe altamente improbabile. Da qui l'importanza dell'ecosistema e il suo modello di crescita virale in interdipendenza. Per costruzione, il nostro obiettivo è quello di minimizzare il perimetro di LENR-Cities per poter dedicarci all'essenziale.

    Alain: Siete già in trattativa con importanti aziende, nomi?
    Michel: Sì. Troppo presto



    Alain: In fase di incubazione del progetto avete lavorato con LENR-Cars e LENR-Invest. Quali sono i vostri rapporti attualmente?
    Michel: Abbiamo lavorato con loro per prototipare il nostro ecosistema. Abbiamo buoni rapporti con Nicolas, il presidente di LENR-cars e Antoine, uno dei fondatori di LENR-Invest e lavoreremo ancora insieme in futuro.

    Alain: Avete discusso del progetto con Jean-Paul Biberian, ben noto nel campo?
    Michel: Jean-Paul è uno dei fisici che si uniscono al nostro progetto. Siamo in relazione o in contatto con molti scienziati.

    Alain: Lei aveva fatto riferimento a LENR-Forum come partner quando preparavate il vostro ecosistema. Ci conosciamo da un po’ ormai.
    Michel: Per noi siete interlocutori privilegiati.

    Alain: Lei mi ha detto di essere stato sollecitato, assieme ad Angelo, da giovani fisici.
    Michel: Sì, e vorremmo aiutarli a prendere in mano la fiamma di una generazione di fisici e chimici che hanno spianato la strada.

    10 Le vostre finanze.

    Alain: Avete fatto una stima delle vostre esigenze finanziarie?
    Michel: Per l’ammortamento sì e siamo finanziati. Per avviare l'ecosistema iniziale abbiamo bisogno di circa € 2M. In parallelo, puntiamo a sviluppare una struttura propria di investimento per l'ecosistema che cercherà il proprio finanziamento e siamo aperti a collaborazioni in questo ambito.

    Alain: Avete costituito LENR-Cities
    Michel: In corso, stiamo creando LENR-Cities AG in Svizzera



    Alain: Pensate di aprire il progetto ad investitori privati, e se sì, che cosa offrite loro?
    Michel: Tra oggi e il nostro primo giro, saremo attenti ad ascoltare qualsiasi proposta seria. Noi offriamo loro di partecipare a una vera avventura e di guadagnare un po' di soldi. Possono anche scegliere di investire in una struttura assicurativa innovativa, in sincronia con l'ecosistema, guidata da Marc e Jean-Marc.

    Alain: Avete un business plan?
    Michel: Non nel senso tradizionale di puntare ad un mercato che vale 6.000 miliardi di euro

    Il nostro obiettivo è quello di fare un primo giro nel primo semestre del 2015, per trovare i € 2M di cui abbiamo bisogno. In questo scenario ci sarà un secondo giro per un minimo di 20M € poiché allora sarà un progetto industriale. Ricordate che il nostro lavoro è quello di fornire strumenti per l'ecosistema.

    Alain: Capisco l'importanza del vostro modello di business e la sua logica di sviluppo virale. Entrerete nella storia, se ci riuscirete. Il progetto non rientra nel percorso della normale start-up.
    Michel: Vogliamo sviluppare un "cigno nero" dell’industria. Per questo, abbiamo bisogno di aiuto



    11 I rischi

    Alain: Quali rischi dovete gestire prioritariamente?
    Michel: I rischi noti a qualsiasi progetto di start-up☺.



    Alain: Il rischio di fallimento del progetto è elevata.
    Michel: Sì, al culmine del suo valore potenziale, tuttavia, provi a cambiare prospettiva. Immagini che ci si riesca. Quali sarebbero i fattori di successo? Il lavoro di alcuni fisici che hanno fatto scoperte che hanno spinto gli altri, alcuni investitori visionari che hanno apportato una abbondante manciata di euro, 2-3 grandi aziende che hanno detto al mercato essere interessate al settore; appena una manciata di innovatori al posto giusto. Tutti gli eventi sono improbabili a meno che non li si metta in relazione.

    Alain: Come per ogni innovazione, sarete esposti a critiche o peggio.
    Michel: Niente di insolito, dare un valore alle opinioni e ai fatti segue logiche a ambizioni diverse. Il passato è pieno di esempi. Oggi abbiamo Internet e la memoria di tutto. Le reputazioni si fanno e disfano in fretta. Più fondamentalmente, il problema è complesso scientificamente. La critica viene spesso sulle cose semplici, mentre spesso per natura, le cose semplici sono l'economia di una complessità che ci sfugge.

    Alain: Immaginate che una società faccia un passo in avanti e offra un reattore pre-industriale incorporando una tecnologia esclusiva come per qualsiasi altro prodotto sul mercato. Che ne sarebbe del vostro progetto?
    Michel: Supponendo che possa farlo, il mercato crollerebbe. Se questo business è gestito da un visionario, esso si unirebbe all'ecosistema per evitare che succeda oppure la tecnologia verrebbe bloccata dalle Nazioni Unite, per esempio, e resa disponibile a tutti i suoi membri o, più specificamente replicata da una moltitudine di attori in modo da neutralizzare l'impatto sui mercati.

    Alain: Un membro del vostro ecosistema potrebbe decidere di andare da solo una volta che il mercato fosse stato preparato dall'ecosistema.
    Michel: L'obiettivo dell’ecosistema è anche quello di fornire a tutti la possibilità di avere successo nel proprio progetto. Si può effettivamente essere irrazionali e di questo si tiene conto nel nostro modello.

    Alain: Come?
    Michel: Tramite una regola contrattuale banale che afferma che nessun partner può commercializzare le offerte dell'ecosistema e che LENR-Cities non può commercializzare nessuna offerta dei partner dell’ecosistema

    . Si noti tuttavia che altre società possono ottenere diritto di commercializzare le offerte dell'ecosistema con lo stesso vincolo.

    Alain: Voi siete tenuti a dare molte informazioni ai vostri partner, non è un rischio?
    Michel: Questo è il progetto di una squadra, ognuno si prende la propria responsabilità.

    Alain: Come ogni tecnologia, le applicazioni a carattere militare devono essere sotto controllo.
    Michel: È una necessità.

    12 Vantaggi competitivi

    Alain: Se fossi un investitore, vi chiederei: quali sono i vantaggi competitivi?
    Michel: E le risponderei che non siamo in competizione con nessuno per la natura stessa del nostro progetto se non con altri che vogliano sviluppare un modello di ecosistema similare. Ci sarebbe la concorrenza per essere preferiti dagli attori del mercato. Si tratta di una competizione sana, poiché tira il mercato verso l'alto.

    Alain: Voi cambiate le regole facendo dell’appartenenza nell'ecosistema un vantaggio competitivo e condividete con i partner delle regole nuove.
    Michel: Questo è il modello.

    Alain: E se altri sviluppassero un ecosistema concorrente?
    Michel: Lei vuole dire: Perché dovreste riuscire meglio di altri in un progetto del genere? Non so rispondere. La domanda in caso di successo crescerà in modo esponenziale. E 'ovvio che ci saranno molti ecosistemi più o meno strutturati da questioni strategiche. So che ciò richiede un particolare cablaggio mentale e, per coloro che lo possiedono, il razionale è di collaborare.

    13. Il vostro modello di business

    Alain: Come guadagnate denaro?
    Michel: Solamente sul valore aggiunto creato dall'ecosistema, non siamo un intermediario. Applichiamo alla ricerca e all'industria un modello ‘social business’ e multi-sided, ben noto nel mondo di Internet. I nostri ricavi provengono da una frazione degli investimenti effettuati dall'industria (per coprire i nostri costi, la maggior parte va a finanziare la ricerca) e dalla nostra partecipazione alla industrializzazione dell'offerta tecnologica (sviluppo di applicazioni LENR). In una seconda fase dalle operazioni di assicurazione il cui scopo è quello di fornire risorse finanziarie per sviluppare nuove attività nell'ambito LENR (Invece di finanziare imprese ad alto potenziale si finanziano i mercati ad alto potenziale). Infine, nella fase finale, dalla nostra attività industriale con l’obiettivo di sviluppare strumenti di produzione per l'industria LENR. Il modello si evolve con il progetto.

    14. Il futuro

    Alain: Lei non ha citato gli Stati Uniti, SRI, Industrial Heat e il sfondo d’investimenti Cherokee, del loro possibile accordo con la Cina, della NASA e di Boeing, e di alcune aziende che lavorano sulle LENR come Brillouin Energy Corporation per esempio.
    Michel: Non è arrivato il momento di sviluppare un polo europeo?

    Alain: Ha dei messaggi?
    Michel: Abbiamo rapporti con altre squadre innovatrici nei campi del diritto, economia e finanza, in particolare. Contiamo anche su di loro

    e sul sostegno della comunità scientifica per aiutarci a implementare questo nuovo modello di finanziamento dell’innovazione e della ricerca. Vorremmo lavorare in partnership con le università.

    Alain: Il suo colpo finale?
    Michel: Le compagnie energetiche dovrebbero sostenere pienamente il progetto LENR. La transizione energetica si tradurrà in un cambiamento del modello di business con più energia da produrre e consumare, migliaia di micro-griglie e milioni di unità di produzione da gestire. Lo sviluppo territoriale verrà radicalmente cambiato con una grande diffusione di cooperative energetiche, la strada maestra per lo sviluppo di energia decentralizzata. Con piccole unità produttive, lo sviluppo del parco si ripagherà in fretta.

    Alain: Qual è la sua visione degli sviluppi del mercato?
    Michel: un nuovo equilibrio tra imprese e innovatori è una evoluzione inevitabile.

    Alain: La vostra visione a lungo termine?
    Michel: Dobbiamo tenere a mente che abbondanza di energia significa anche abbondanza di risorse, a cominciare dall'acqua.

    Alain: E se LENR non fosse il Santo Graal?
    Michel: Noi non troviamo sempre ciò che cerchiamo ma oggi non possiamo fare a meno di trovare.

    Alain: La sua ultima parola?
    Michel: Quando mia figlia mi chiede qual è il mio progetto, io rispondo: io lavoro per salvare il mondo ma aggiungo non da solo per rassicurarla

    Questo la fa ridere ma allo stesso tempo, sa che si tratta di verità.

    Alain: Ora ne sappiamo molto di più sulla natura del vostro progetto. Immagino che ne avremo una visione più operativa prossimamente.
    Michel: Non appena avremo raggiunto le condizioni iniziali di successo che ci siamo prefissati.

    Alain: Che sono?
    Michel: Il supporto di una o due grandi aziende, la cooperazione con almeno un attore accademico, un finanziamento iniziale, la finalizzazione degli accordi con degli scienziati chiave, la presenza di uno o più partner per guidare lo sviluppo delle nostre attività con l'industria.

    Alain: Il suo calendario per incontrarli?
    Michel: Nel quarto trimestre del 2014, al fine di presentare il nostro progetto per il nostro primo giro con gli investitori nella prima metà del 2015.

    Alain: Grazie
    Michel: Grazie per il tempo dedicato alle nostre discussioni e per l’aiuto in questa sintesi.

    Per esplorare alcuni argomenti chiave.

    Philippe Silberzahn: "Il processo imprenditoriale non è quello di risolvere un puzzle disegnato da altri, ma di assemblare un mosaico con le parti interessate che si scelgono da sole." http://philippesilberzahn.com/…eneuriale-3-patchworkfou/
    La competizione è a volte promuovere e sviluppare la cooperazione, che altrimenti piuttosto distruggerebbe il valore. http://angrybearblog.com/2014/…tion-and-cooperation.html
    Investimento limitato, le perdite accettabili e i guadagni imprevedibili e illimitati. http://www.contrepoints.org/20…ement-en-perte-acceptable
    Nature Scientific Report: Evolution of “Networked Minds" - Gli scienziati dimostrano che un tipo fondamentalmente nuovo di economia è necessario.
    http://www.futurict.eu/news/na…ow-fundamentally-new-kind

    L’Institute of Venture Science è stato progettato per investire negli approcci ad alto rischio e alto rendimento che possono produrre significativi progressi scientifici http://faculty.washington.edu/…ituteofventurescience.pdf

    Disruptor proof point da “650 labs” http://www.650labs.com/disruptor-proof-points/

    Troviamo i concetti chiave nelle opere di Norbert Alter sull’"innovazione ordinaria" o quelli di Nassim Nicholas Taleb in "The Black Swan"

    Libri e articoli di Edmund Storms, uno degli scienziati assieme a M McKubre e JP Biberian, con una visione ampia del campo. Gli elementi essenziali:
    Il suo libro "La Scienza delle reazioni nucleari a bassa energia"
    http://www.amazon.com/Science-…mprehensive/dp/9812706208
    Articolo di riesame del campo "Stato della Cold Fusion (2010)" http://lenr-canr.org/acrobat/StormsEstatusofcoa.pdf
    Per una comprensione storica, leggiamo:
    Il libro ben documentato di Charles Beaudette, "Excess Heat" http://iccf9.global.tsinghua.edu.cn/lenr home page/acrobat/BeaudetteCexcessheat.pdf
    Vari articoli di Jed Rothwell che, come "custode della biblioteca" http://LENR-CANR.org ha una vasta visione storica.
    Epistemologia fornisce una chiave e, soprattutto, Thomas Kuhn "La struttura delle rivoluzioni scientifiche", ben riassunta qui:
    http://mip-ms.cnam.fr/servlet/…?ID_FICHIER=1295877018064 http://www.uky.edu/~eushe2/Pajares/Kuhn.html
    I lavori di Roland Benabou sul "pensiero di gruppo" « Groupthink : Collective Delusions in Organizations and Markets » http://www.princeton.edu/~rbenabou/papers/Groupthink IOM 2012_07_02 BW.pdf

    Questo documento è disponibile sotto licenza “Creative Commons”

    Durant le mois de Juin, Michel Vandenberghe et moi avons échangé longuement, de façon informelle et nous avons convenu de formaliser ces échanges sous forme d'une interview, virtuelle, mais fondée sur mes interrogations réelles à propos de LENR-Cities, de l'écosystème qu'elle doit organiser, dans le but de développer les LENR.

    Entre temps, comme prévu, LENR-Cities a été créée en Suisse à Neuchâtel, signe que les choses sérieuses commencent. Voici donc ce dialogue fictif, accompagné d'une petite introduction, et des ressources compémentaires qui nous ont parues utiles. Le texte, fruit de nos échanges, est sous licence creative Common.


    Michel Vandenberghe, un des fondateurs de LENR-Cities répond à nos questions. L'équipe LENR-Forum suit ce projet depuis 2012.

    Contexte

    Alain Coetmeur. La fusion froide, alias LENR (Low Energy Nuclear Reactions) connaît de nouveaux développements avec des signes croissants de soutien de l'industrie, des agences gouvernementales et diverses initiatives entrepreneuriales.

    LENR-Cities est l'une des initiatives des plus atypiques, dans la mesure où elle ne propose pas un réacteur, ni même un laboratoire, mais de développer un écosystème pour porter le projet LENR.

    Michel Vandenberghe et Didier Pelluet ont lancé en 2012 LENR-Cities, rejoint par Georges de M. en 2013, puis par une petite équipe.

    Michel et moi-même nous sommes rencontrés sur le réseau social Viadeo, suite à un article de la NASA, posté par Alain Samoun sur son forum « des villes plus intelligentes ». L'équipe de LENR-Forum a depuis eu des contacts informels mais suivis avec LENR-Cities, avec le désir partagé de favoriser l'adoption de cette technologie.

    Michel a déjà été interviewé sur LENR-Forum et présenté le concept d'écosystème, mais il est clair que ce concept ne rentre pas dans les schémas traditionnelles. Le concept mérite encore d'être expliqué, ainsi que l'avancement du projet.

    La communauté des « activistes » LENR, qui souhaite que les LENR se développent rapidement, attend des réacteurs, vendus en grande surface, ou au moins une électricité LENR, en attendant des voitures animées par LENR, et bien sûr la fameuse « théière LENR ».>

    Nous avons la conviction que LENR est l'une des innovations majeures qui va changer le monde, que cela ne se fait pas sans opposition dans la sphère académique, comme dans la sphère économique.

    En quoi LENR-Cities change la donne, Comment le projet avance ? Ce seront les questions clés de cette synthèse de plusieurs échanges.


    La synthèse de nos discussions.

    Alain. Bonjour Michel
    Michel. Bonjour Alain.

    A. Vous avez retardé notre rendez-vous de mai à début juillet et nous y voilà. Aujourd'hui, j'espère tout savoir du projet LENR-Cities


    M. J'y mettrais l'énergie



    1. Quel est votre proposition ?

    A. Que propose LENR-Cities?
    M. Concrètement, LENR-Cities propose de regrouper sous un même projet des scientifiques, des industriels et des investisseurs pour relever le défi de l'énergie. Nous concevons ce projet et l'organisation de marché pour le réaliser. La finalité est de créer de nouveaux marchés dans le domaine de l'énergie.

    A. Quel type d'organisation de marché ?
    M. Un écosystème. Nous articulons les capacités entre participants sous forme d'offres gagnant-gagnant et les composons sous la forme d'une offre globale destinée aux partenaires et aux clients de l'écosystème.

    A. Pouvez-vous définir le terme « écosystème » ?
    M. Le plus simplement, disons un groupe d'acteurs dont l'association crée un environnement adapté à leur développement, autrement dit au développement de leurs activités.

    A. Cela va au delà des idées de réseau, de collaboration ou de coopération.
    M. Oui, nous travaillons et expérimentons ce modèle de développement depuis des années et nous en avons une approche concrète.

    A. L'écosystème est un moyen ?
    M. Oui, l'objectif est de développer une offre technologique LENR et de mutualiser des capacités d'industrialisation pour en multiplier les applications. La finalité de l'écosystème est d'assurer le développement des activités de chaque participant, y compris celles de LENR-Cities, le tout formant le cœur d'une industrie LENR. Il faut garder à l'esprit que développer un écosystème est aussi une activité à part entière.

    A. LENR-Cities a une expertise particulière dans le développement d'écosystème ?
    M. Oui, notre équipe travaille sur ce besoin depuis des années. Nous en avons une solide expérience avec l'objectif de réduire les risques pour chaque acteur, tout en augmentant la valeur des offres de chacun. Nous avons participé à nombre de projets à caractère disruptif et cet objectif y est central.

    A. Votre métier serait donc de développer un écosystème pour LENR.
    M. Oui, à condition de bien en comprendre le sens. Créer et développer un écosystème pour LENR revient à créer un marché, son noyau, pour les acteurs ayant l'ambition de développer une industrie LENR. Pour cela nous concevons, développons et commercialisons des outils et produits pour aligner les intérêts de l'ensemble des acteurs dans un réseau de projets.

    A. Vous voudriez devenir une sorte d'opérateur de marché d'un nouveau genre ?
    M. En quelque sorte, pour y mettre un nom nous parlons de « Venture Industry ».

    A. Vous utilisez le terme LENR de manière générique.
    M. Nous utilisons le terme LENR pour désigner un ensemble d'applications d'une nouvelle ingénierie de la matière, développée en extension des nanotechnologies et de la science des matériaux, et appliquée à l'énergie, la transmutation, la supraconductivité, la production d'hydrogène ou la production directe d'électricité. Cette liste n'est pas exhaustive. Les applications de cette technologie sont multiples et les marchés sont immenses dans tous les secteurs d'activités..

    A. Pourquoi le nom LENR-Cities ?
    M. Une ville est un écosystème et notre projet de créer un point de fusion pour lui apporter de l'énergie



    A. Je pense avoir compris votre projet.
    M. Formellement, voici ce que vous lirez dans les statuts de notre société. La société conçoit, développe et commercialise - des outils et produits - destinés au développement économique et commercial - d'un écosystème d'activités scientifiques, d'ingénierie financière et industrielle. Et sa mission : Cet écosystème concourt au développement d'une industrie tirant parti de la science des matériaux et de la matière, et de ses applications au domaine de l'énergie.

    A. Qu'offre l'écosystème aux participants ?
    M. Aux industriels de participer et bénéficier des réalisations de l'écosystème pour intégrer leurs offres dans une industrie LENR, aux financiers de tirer parti d'un nouveau modèle de financement de l'innovation et de la recherche, aux scientifiques de développer LENR et la technologie dans le contexte de leurs projets propres, le tout en réduisant le risque pour l'ensemble des participants. L'offre de l'écosystème est distincte des offres propres des participants. LENR-Cities porte l'offre de l'écosystème.

    A. Qu'offre l'écosystème à ses clients ?
    M. De développer leurs activités dans l'industrie LENR : Aux industriels, de créer un nouveau marché dans leur secteur d'activités, aux investisseurs d'investir sur de nouveaux marchés, et aux scientifiques, d'être associés à l'écosystème dans les développements des projets avec les deux premiers.

    A. Une proposition qui nécessite de faire co-évoluer un jeu d'offres sur le marché.
    M. C'est bien pour cela qu'elle n'est portée que par un écosystème initial d'innovateurs et organisée comme un réseau de projets.

    A. Assurer la continuité dans une phase d'innovation de rupture en quelque sorte ?
    M. Oui, toute innovation de rupture est un challenge pour chaque entreprise et nous sommes à un moment où le flot de disruptions touche tous les secteurs,

    A. Quel votre proposition ?
    M. Notre proposition de valeur est bien de permettre aux entreprises de tirer partie de leurs positions compétitives dans une phase où le jeu de la compétition est bousculé.

    2. Quel est votre différentiation ?

    A. L'écosystème ?
    M. Oui, par construction, nous ne sommes en compétition avec aucun des acteurs du marché LENR. Nous sommes complémentaires à chaque acteur en place. Tout acteur a le besoin de développer son écosystème. Notre offre répond à ce besoin. Nous nous différencions par notre expertise en matière d'écosystème. C'est pour cette raison que certains acteurs peuvent être nos partenaires et d'autres nos clients. Nos partenaires sont ceux avec lesquels LENR-Cities peut développer un écosystème ouvert pour naturellement étendre le marché LENR, et donc l'activité de l'écosystème lui-même. Il s'agit de créer de nouvelles industries à long terme.


    A. Cet écosystème est donc ouvert à tous ?
    M. L'écosystème donne accès à LENR à tous les acteurs pour qu'ils intègrent l'industrie LENR, l'écosystème en étant le noyau initial. Une entreprise peut choisir d'être un partenaire dans l'écosystème si elle est capable de répondre à nos offres gagnant-gagnant, autrement elle en est un client. Le partenaire, industriel ou investisseur doit investir dans l'écosystème, le client sur les marchés développés par l'écosystème. Notez que tout client peut bien sûr traiter directement avec un acteur de l'écosystème mais bien entendu, uniquement sur ses offres propres.

    A. Tout acteur peut donc avoir accès aux offres de l'écosystème.
    M. Oui, tout acteur doit pouvoir entrer sur le marché LENR ; C'est le moyen d'engager une transition massive, une condition à l'adoption du LENR. Pensez à Internet.

    3. La technologie LENR

    A. Pour développer une industrie, le développement du LENR doit aboutir. Considérez-vous cela comme certain ?
    M. La réalité du LENR est inscrite dans les études publiées depuis 25 ans. Des évidences montrent qu'il existe une voie entre la chimie et le nucléaire pour transformer la Matière. Pour nous, la maîtrise du LENR et le développement de son marché sont juste une question de temps. Nous structurons un futur marché pour lever des obstacles présents et accélérer le processus. Notez que cette même approche peut s'appliquer à toute innovation à caractère disruptif.

    A. Quand voyez-vous apparaître les premières applications ?
    M. Avec des conditions favorables pour réaliser les efforts de recherche requis afin de franchir la dernière étape, dans les 2-3 années à venir pour les premiers résultats exploitables.

    A. Vous avez utilisé la formule « transformer la Matière ». Intentionnellement ?
    M. Oui, comme je vous l'ai dit en introduction.

    4. Le besoin du marché

    A. Pourquoi vous vous êtes dès le départ engagés sur le développement d'un écosystème ?
    M. Quand nous avons commencé à travailler sur LENR, nous avons reconnu le profil d'une innovation à caractère disruptif. Nous savons d'expérience que montrer ne suffit pas à démontrer, ni à favoriser l'adoption. Si effectivement LENR offre une énergie à faible coût à la production comme à l'usage, abondante et propre, ce caractère disruptif est un frein à son acceptation par les acteurs du marché, et donc à son développement par anticipation de son impact.

    A. Autrement dit, l'obstacle provient des acteurs du marché eux-mêmes. Lever cet obstacle est le besoin auquel vous voulez répondre.
    M. Oui, les questions relatives au développement du LENR et à son impact futur sur le marché ne peuvent être dissociées. Il faut faire émerger un marché où cet impact serait minimisé et trouver sur ce marché les moyens de favoriser son développement.

    A. J'avoue que je ne vois absolument pas comment vous pouvez vous y prendre ! Mais le besoin est clair et universel.
    M. Oui et LENR est un cas parfait. Nous pourrons aussi l'appliquer à d'autres innovations à caractère disruptif et en particulier pour développer demain les applications des LENR.

    A. Développer un nouveau modèle de financement de l'innovation est l'un des besoins ?
    M. Hier, vous investissiez pour prendre des marchés. Demain, vous investirez pour créer des marchés, les vôtres disparaîtront. La disruption devient la norme et les marchés existants trop étroits dans un monde fini et compétitif. C'est la source de croissance unique.

    M. J'ai trouvé intéressant le blog dont vous m'avez parlé pendant nos discussions.
    A. Philippe Silberzahn sur l'innovation de rupture. Son blog ; et son article « Entrepreneuriat, le patchwork fou ». Je mets les liens dans les notes.
    5. Votre approche.

    A. Vous considérez que l'introduction des LENR poserait un challenge majeur aux acteurs qu'ils soient industriels ou investisseurs en fragilisant leurs offres et leurs investissements. C'est pourquoi ils en retardent le développement. Il est certain que si vous savez intéresser les industriels et les investisseurs au futur marché LENR, les choses vont accélérer.
    M. Oui, pour les scientifiques d'abord et leurs entreprises technologiques et scientifiques.

    A. Comment comptez-vous alors convaincre ceux qui n'y n'auraient pas intérêt ?
    M. Nous ne cherchons pas à les convaincre. Aujourd'hui les entreprises n'investissent pas assez dans leurs activités présentes car elles savent que le flot continue d'innovations réduit continuellement leur durée de vie. Elles doivent avant tout renouveler leurs marchés et prendre des positions sur des marchés nouveaux. Nous proposons un modèle de business à cette fin. Nous considérons la réalisation du LENR comme un évènement certain, comme nous le savons pour d'autres innovations disruptives.

    A. S'il est certain, ce n'est plus un risque ?
    M. Tout à fait, il faut comprendre que la nature fondamentale du risque change. Que faut-il faire avant et après un évènement que l'on sait certain et qui par sa nature peut détruire votre marché. L'incertitude, donc le risque, porte sur la date de l'évènement.

    A. Où en sont les entreprises technologiques déjà dans la course ?
    M. Ces entreprises scientifiques et technologiques imaginent développer des produits LENR en oubliant ou sans comprendre qu'aucun modèle de business propre classique ne tiendra après que le premier prototype pré-industrialisable soit disponible. C'est bien pour cela qu'elles ont autant de mal à trouver les moyens dont elles ont besoin. Un investisseur a besoin de savoir comment son investissement pourra être valorisé.

    A. Mais ces entreprises technologiques ont d'autres alliés ?
    M. Ces entreprises sont courtisées par de nombreux acteurs avec des intentions diverses dont certaines pour créer ce marché. Mais ces acteurs ont le même problème. Ce n'est pas un problème d'entreprise mais un problème de marché. Aucun acteur isolé ne peut y réussir à notre avis, la demande étant supérieure à l'offre de plusieurs ordres de grandeur quand le marché va s'ouvrir. Notre objectif est ici de pouvoir faire croître l'offre au niveau d'un marché.

    A. Vous voulez dire que l'on ne peut innover sans la ‘complicité' du marché ?
    M. Le processus d'innovation peut être analysé sous l'angle de la capacité d'une entreprise ou d'un individu à convaincre un marché. On peut l'examiner d'un point de vue plus global. Nous pouvons considérer que le marché innove quand ceux qui font ce marché ont un intérêt convergent à l'adopter. Cette lecture donne une place importante à l'innovation organisationnelle, et en premier lieu à la façon de réaliser cette convergence.

    A. Le marché aujourd'hui tendrait à supprimer le facteur de risque en ralentissant le développement, et vous avez opté pour réduire le risque
    M. Exactement. Nous répondons en organisant un marché tout au long de la chaîne de valeur que nous restructurons. Nos propositions de valeur sont spécifiques à chaque groupe d'acteurs, scientifiques, industriels et investisseurs, et notre proposition globale les inscrit dans un système qui donne sens et crédibilité à chacune d'elles avec pour effet de réduire les risques de chacun, à la fois dans son activité et sur le marché.

    A. Dans le domaine scientifique, les deux causes les plus fréquemment citées pour expliquer la lenteur du développement sont le manque de collaboration entre chercheurs et l'absence de financement sérieux. Qu'en pensez-vous?
    M. Le manque de financement est une conséquence des anticipations des acteurs. Améliorer la collaboration entre chercheurs est déterminant car la multiplicité des études et des analyses montrent que par nature le domaine est interdisciplinaire. Je rajouterai à cette liste, le mode de reconnaissance du travail scientifique pour lequel nous avons aussi une proposition innovante.

    A. Comment comptez-vous favoriser cette interdisciplinarité entre chercheurs ?
    M. L'interdisciplinarité signifie que divers champs de recherche s'intègrent dans un domaine plus large et c'est ce domaine que nous allons valoriser et sur lequel porteront nos capacités d'industrialisation.

    A. Que pensent les scientifiques de votre projet ?
    M. Ceux à qui nous l'avons présenté sont intéressés. Nous avons l'ambition de le présenter à la communauté mondiale engagée dans le domaine.

    A. Que leur proposez-vous ?
    M. De faciliter l'investissement dans leurs recherches, en minimisant leurs risques propres, sans plus d'obligation que de participer à l'écosystème. Nous offrons plusieurs modalités de participation. Une entreprise peut contracter avec l'écosystème dans des modalités habituelles (contrat, licence) ou sur un modèle innovant qui l'associe à la phase d'industrialisation et à ses bénéfices.

    A. De financer leurs recherches : Pouvez-vous préciser ?
    M. Nous ne finançons pas les activités de recherches directement à l'exception des activités interdisciplinaires. Nous offrons de gérer le risque pour l'ensemble des acteurs. Nous mutualisons la réduction du risque et améliorons la valeur de leur activité par leur participation à l'écosystème. Nous avons des propositions de valeur propres à chaque activité, et pour prendre une part des bénéfices attendus, investisseurs et industriels investissent dans l'écosystème. Bien évidemment initialement, ces investissements vont majoritairement dans le financement des activités de recherche.

    A. L'écosystème est une entreprise ?
    M. Non, il est uniquement matérialisé par un contrat ouvert, en cours d'élaboration par LENR-Cities

    A. LENR-Cities est l'écosystème ?
    M. Non, LENR-Cities est une entreprise de l'écosystème, et sa position est également définie à travers ce contrat.

    A. Quel est le nom de cet écosystème ?
    M. La marque de l'énergie d'entreprendre. Disons l'écosystème pour l'instant.

    6. La marque.

    A. Vous voulez développer une marque ?
    M. L'énergie est partout. Il faudra créer un lien entre de multiples initiatives

    7. Votre réponse.

    A. Changer les anticipations des acteurs dont les produits, les investissements, la stratégie ou le pouvoir seraient remis en cause par les LENR, cela fait du monde

    Il me paraît impossible de changer cela.
    M. Nous ne pouvons pas changer ces anticipations, surtout à brève échéance. Il n'est pas question de transformer le jeu existant mais d'en surimposer un autre qui permette de neutraliser dans un périmètre maîtrisé les effets de ce jeu en travaillant avec les innovateurs intéressés.

    A. Vous parlez de changer un jeu au niveau du marché lui-même mais personne ne le représente.
    M. C'est le rôle de LENR-Cities. Nous sommes un acteur de l'écosystème et nous portons ses intérêts, son plan de bataille en développant un « open business plan » pour le financer.

    A. Je résume : Créer et opérer un écosystème intégrant les activités d'un ensemble d'acteurs, scientifiques, industriels et investisseurs, intéressés aux LENR, en leur proposant de satisfaire à leur objectif propre, ceci en créant une offre globale donnant une valeur à la leur. Votre métier est de développer des outils et des méthodes pour développer cet écosystème et son offre globale.
    M. Très bon résumé



    8. Comment ça marche.

    A. Quel est votre cadre d'analyse ?
    M. Nous connaissons bien les modèles de type ‘social business' que nous transposons au contexte recherche-industrie. Nous travaillons sur les relations entre partage de la valeur et compétition entre acteurs sur la chaîne de valeur.

    A. Quelle est l'idée?
    M. Réduire les risques pour chaque acteur sur son activité propre en reconstruisant autrement le jeu de partage de la valeur, tout en augmentant la valeur globale. Au final, nous avons conçu trois innovations organisationnelles dont seul l'effet combiné rend possible cette transformation du partage de la valeur.

    A. Et le bénéfice ?
    M. Bâtir des offres gagnant-gagnant uniques entre acteurs de l'écosystème. L'écosystème est une sorte de marché ouvert, nous parlons de « Market sandbox » un environnement où l'organisation aligne les intérêts des acteurs autour du LENR. Chaque acteur de l'écosystème trouve à la fois un marché et des capacités pour développer son offre propre.

    A. Votre « Market sandbox » est un environnement de prototypage de marché ?
    M. Plutôt un environnement pour créer de nouveaux marchés.

    A. Vous parlez de partenaires de l'écosystème, peu de ses clients ?
    M. Pour cela, il faut d'abord expliciter le périmètre de l'écosystème, en gardant à l'esprit que l'objectif de l'écosystème ne doit pas être confondu avec ceux de ses participants. Par exemple, l'écosystème développe la technologie mais n'a pas pour objectif de développer une pile ou un réacteur LENR, mais certains des participants l'ont.

    A. Je comprends que LENR-Cities a un objectif, l'écosystème en a un autre, ainsi que chacun des participants à l'écosystème et que l'écosystème comme ses participants vont répondre aux objectifs de leurs clients.
    M. Exactement, et pour revenir à votre question initiale, je la reformulerai ainsi : Comment différenciez-vous partenaire et client ? Un partenaire peut proposer les offres de l'écosystème, un client n'a accès qu'aux offres des partenaires de l'écosystème. L'écosystème porte des offres propres et un partenaire ne peut en tirer parti qu'à la condition préalable puis opérationnelle de participer à l'écosystème.

    A. A la fois complexe et simple.
    M. La mécanique interne est complexe mais l'usage en sera simple.
    A. Vos partenaires ont-il besoin de comprendre cette mécanique ?
    M. Il est important que nos partenaires scientifiques retiennent que nous adaptons leurs offres aux besoins des industriels et des investisseurs et que pour aller sur le marché, s'ils ont constitué des entreprises, ils ont besoin de travailler avec des industriels et des investisseurs. Le même raisonnement s'applique aux industriels comme aux investisseurs.

    A. Qu'offrez-vous à vos partenaires?
    M. Je vous répondrai indirectement. Nous utilisons un modèle découplant les investissements dans les activités de recherche et les activités industrielles de manière à assurer aux entreprises scientifiques et technologiques l'indépendance nécessaire et rester ouvert à un large spectre d'applications. Nous développons un modèle de propriété (Open IP) favorisant le partage d'informations et les activités interdisciplinaires entre scientifiques en préservant leurs droits propres. Dans une seconde étape, nous pourrions développer un produit assurantiel favorisant la transformation vers l'industrie LENR en offrant d'investir sur des marchés et non sur des entreprises.

    A. Implémenter cette offre va prendre du temps
    M. Bien sur, et l'écosystème globalement a pour objet de la développer.

    A. Le métier de LENR-Cities va évoluer avec le développement de l'écosystème ?
    M. Evidemment, pour se fixer à terme sur le développement d'un pôle à Neuchâtel en Suisse, destiné à créer de nouvelles activités et à fournir des outils de production pour l'industrie LENR.

    A. Cela pourrait être le projet d'une grande entreprise.
    M. Non, un projet auquel doivent s'associer de grandes entreprises. Parce que la gouvernance doit être adaptable et malléable dans chaque compartiment de la chaîne de valeur en évolution, seule une startup, enfin un réseau de startups, peut concevoir et implémenter le noyau d'un tel projet.

    A. Quelle est votre proposition à ces grandes entreprises ?
    M. Nous leur proposons de codévelopper un écosystème d'affaires LENR pour leur secteur d'activités.

    A. Vous m'avez parlé de 650Labs dans la Silicon Valley quand nous parlions de transition sur les marchés pour illustrer cette évolution.
    M. 650Labs est un bon exemple. Cette entreprise est en amont sur la chaîne de valeur où s'inscrit LENR-Cities. Les grandes entreprises ont compris que la transition digitale et la rapidité de cette transition ne leur laissent pas d'autre option que de réinventer en permanence leurs activités, concrètement de permettre au marché d'intégrer leurs capacités en fonction de la création de valeur additionnelle qu'elles apportent et ceci dans des cycles très courts. Dans ce contexte, le cadre de valorisation de la science n'est plus adapté. La science doit devenir un acteur de marché à part entière et cette évolution doit permettre de financer la recherche autrement.

    9. Votre équipe et vos partenaires

    A. Quel est le profil idéal de vos partenaires ?
    M. Notre projet s'adresse à des caractères entrepreneurs, ouverts à explorer le champ des possibles en partant de ce qu'ils ont, sachant raisonner en termes de risques et non de certitudes, sachant qu'un projet écrit le plan, et capables de tirer partie de terrain et des incertitudes, et ne sachant pas que c'est impossible

    Nous sommes en relation avec d'autres équipes travaillant à des projets innovants dans les domaines scientifique, financier et juridique.

    A. Quels sont vos partenaires ?
    M. Nous savons où nous voulons aller et prenons le chemin tel qu'il se construit, quitte à faire quelques détours. Les règles de développement de l'écosystème sont connues. Par contre, ce que fait l'écosystème dépend de ceux qui y participent effectivement. Toutes les activités s'inscrivent dans un réseau de projets portées par plusieurs équipes. Nous appliquons toujours le modèle.

    A. Commençons donc par votre équipe, Les fondateurs de LENR-Cities ?
    M. Didier Pelluet et Georges de M.. Nous avons chacun plus de 50 ans et cela a son importance dans nos motivations. Didier est un innovateur industriel et a la responsabilité de la composante industrielle du projet. Georges est notre directeur financier. Il a la responsabilité du développement des partenariats en Suisse.

    A. La société Kresenn a été le premier partenaire de route de LENR-Cities, avec un partenariat annoncé début 2013.
    M. Oui, une startup dirigée par Angelo Ovidi. Angelo Ovidi n'est pas un physicien mais il a une capacité unique à rapprocher les choses dans le domaine. Il a un rôle clé dans l'écosystème et le développement de la structure en charge de la composante interdisciplinaire des activités scientifiques. De plus, nous supportons son projet propre de développer un laboratoire européen comme nous supportons tous les projets des scientifiques partenaires.

    A. Votre projet s'inscrit dans un contexte européen. Quels sont vos ancrages à l'international ?
    M. En Italie, dans les pays scandinaves, en Suisse, en Angleterre en priorité. Nous aimerions également travailler avec nos amis japonais. Nous avons déjà des points de contact dans plusieurs de ces pays. Par ailleurs, nous avons déjà été sollicités par exemple par des acteurs au Brésil et en Inde.

    A. Et en France ?
    M. Le système français est particulièrement sensible aux disruptions. Nous aimerions voir plusieurs grandes entreprises supporter notre projet.

    A. Vous ne pourrez gérer autant de choses en parallèle même si vous aviez demain matin accès à des moyens financiers et humains importants.
    M. Dans un modèle traditionnel, hautement improbable. D'où l'importance de l'écosystème et de son modèle de développement viral en interdépendance. Par construction, notre objectif est de minimiser le périmètre de LENR-Cities pour nous consacrer à l'essentiel.

    A. êtes- vous déjà en discussion avec de grandes entreprises, des noms?
    M. Oui. Trop tôt



    A. En phase d'incubation de votre projet, vous aviez travaillé avec LENR-Cars et LENR-Invest. Ou en êtes-vous de vos relations ?
    M. Nous avons travaillé avec eux pour prototyper notre écosystème. Nous avons de bonnes relations avec Nicolas Chauvin, le président de LENR-cars, et Antoine Guillemin, le fondateur de LENR-Invest, et nous travaillerons à nouveau ensemble dans le futur.

    A. Discutez-vous du projet avec Jean-Paul Biberian, bien connu dans le domaine?
    M. Jean-Paul fait partie des physiciens qui s'associent à notre projet. Nous sommes en relation ou en contact avec de nombreux scientifiques.

    A. Vous aviez référencé LENR-Forum comme un partenaire quand vous prototypiez votre écosystème. Il est vrai que nous nous connaissons depuis un moment maintenant.
    M. Et vous l'êtes

    Vous êtes un interlocuteur privilégié.

    A. Vous m'aviez dit avoir été sollicité, Angelo et vous, par de jeunes physiciens.
    M. Oui et nous souhaiterions les aider à reprendre le flambeau d'une génération de physiciens et de chimistes qui a ouvert la voie. C'est un point du projet d'Angelo Ovidi.

    10. Vos finances

    A. Avez-vous estimé vos besoins financiers ?
    M. Pour l'amorçage oui et nous sommes financés. Pour établir l'écosystème initial, nous estimons avoir besoin de l'ordre de 2M€. En parallèle, nous avons l'ambition de développer une structure propre d'investissement pour l'écosystème qui va rechercher ses propres financements et sommes ouvert à des partenariats dans le domaine.

    A. Avez-vous créé LENR-Cities
    M. En cours, nous créons LENR-Cities SA en Suisse



    A. Pensez-vous ouvrir le projet à des investisseurs privés et si oui, que leur offrez-vous ?
    M. Entre maintenant et notre premier tour, nous serons attentifs à toute proposition sérieuse. Nous leur offrons de participer à une véritable aventure et de gagner un peu d'argent. Ils peuvent aussi choisir d'investir dans une structure assurantielle innovante, un projet aligné avec l'écosystème, conduit par Jean-Marc Boyer.

    A. Avez-vous un business plan ?
    M. Pas au sens traditionnel, pour cibler un marché d'une valeur de 6 trillions

    Notre objectif est de réaliser un premier tour au premier semestre 2015, pour trouver les 2M€ dont nous avons besoin. Dans ce scénario, nous aurions un second tour pour un minimum de 20M€ car là, il s'agira d'un projet industriel. Rappelez-vous que notre métier est de fournir des outils à l'écosystème.

    A. Je comprends l'importance de votre modèle d'activités, et sa logique de développement viral. Vous allez vous adapter à l'histoire si vous réussissez. Votre projet ne rentre pas dans le moule de la start-up standard.
    M

    <. nous voulons d un cygne noir de l pour cela avons besoin face="Wingdings">

    11. Les risques

    A. Quels risques devez-vous gérer en priorité ?
    M. Les risques connus par tout porteur de projet de start-up.

    A. Le risque d'échec du projet est grand.
    M. Oui à la hauteur de sa valeur potentielle, cependant changez de perspective. Imaginez que nous ayons réussi. Quels ont été les facteurs de succès ? Le travail de quelques physiciens ayant réalisés des avancées qui ont entraînées les autres, quelques investisseurs visionnaires ayant apporté une grosse poignée d'euros, 2-3 grandes entreprises qui ont dit au marché qu'elles étaient intéressés dans ce domaine ; Juste une poignée d'innovateurs à l'endroit où il faut. Chaque évènement est improbable sauf si vous les reliez.

    A. Comme tout innovateur, vous allez être exposé à la critique et pire encore.
    M. Rien d'anormal, valoriser les opinions et les faits répondent à des logiques et des ambitions différentes. Le passé foisonne d'exemples. Aujourd'hui, nous avons l'Internet et la mémoire de tout cela et les réputations se font et se défont très vite. Plus fondamentalement, le problème est complexe scientifiquement. La critique se fixe souvent sur des choses simples alors que souvent par nature, les choses simples sont l'économie d'une complexité qui nous échappe.

    A. Imaginer qu'une entreprise fasse une percée et propose un réacteur préindustriel embarquant une technologie unique comme n'importe quel produit sur le marché. Que devient votre projet ?
    M. A supposer qu'elle puisse le faire, les marchés s'effondreraient. Si cette entreprise est gérée par un visionnaire, elle rejoint l'écosystème pour l'éviter ou alors la technologie est préemptée par l'ONU, par exemple, et diffusé à l'ensemble de ses membres ou plus concrètement répliquée par une multitude d'acteurs sans que cela ne neutralise l'impact sur les marchés.

    A. Un membre de votre écosystème peut décider de faire cavalier seul quand le marché a été préparé par l'écosystème.
    M. L'objectif de l'écosystème est aussi d'apporter à chacun la capacité à réussir son projet propre. Il peut effectivement être irrationnel et cela est pris en compte dans notre modèle.

    A. Comment ?
    M. Par une règle contractuelle triviale précisant qu'aucun acteur ne peut commercialiser les offres de l'écosystème et que LENR-Cities ne peut commercialiser aucune des offres propres des participants à l'écosystème Notez cependant que d'autres entreprises peuvent obtenir le droit de commercialiser les offres de l'écosystème avec la même contrainte.

    A. Vous êtes tenu de donner beaucoup d'informations à vos partenaires, n'est ce pas un risque ?
    M. C'est le projet d'une équipe, chacun prend ses responsabilités.

    A. Comme toute technologie, des applications à caractère militaire doivent être sous contrôle.
    M. C'est une nécessité.

    12. Avantages compétitifs

    A. Si j'étais un investisseur, je vous demanderais quels sont vos avantages compétitifs ?
    M. Et je vous répondrais que nous ne sommes en compétition avec personne par la nature même de notre projet sauf avec d'autres acteurs voulant développer des écosystèmes sur un modèle proche. Il y aurait compétition pour être préféré par les acteurs du marché. C'est une compétition saine, car elle tire le marché vers le haut.

    A. Vous changez les règles en faisant de l'appartenance à l'écosystème un avantage compétitif et partagez avec les partenaires de nouvelles règles.
    M. C'est le modèle.

    A. Et si d'autres développaient un écosystème concurrent ?
    M. Vous voulez dire : Pourquoi réussiriez-vous mieux que d'autres à réaliser un tel projet ? Je ne sais pas répondre. La demande en cas de succès va croître exponentiellement. Il est évident qu'il y aura plusieurs écosystèmes plus ou moins structurés par des enjeux stratégiques. Je sais que cela demande un câblage mental particulier et pour ceux qui le possèdent, le rationnel est de coopérer.

    13. Votre modèle de business

    A. Comment gagnez-vous de l'argent ?
    M. Uniquement sur la valeur ajoutée supplémentaire créée par l'écosystème, nous ne sommes pas un intermédiaire. Nous appliquons à la recherche et l'industrie un modèle ‘social business' et multi-faces, bien connu dans le monde Internet. Nos revenus proviennent d'une fraction des investissements réalisés par les industriels (pour couvrir nos coûts, l'essentiel va au financement des activités de recherche), puis de notre participation à l'industrialisation de l'offre technologique (développement d'applications LENR). Dans une seconde étape de l'activité assurantielle dont la finalité est d'apporter des ressources financières pour développer de nouvelles activités en application du LENR (Au lieu de financer des entreprises à haut potentiel vous financez des marchés à haut potentiel). Enfin et à terme, de notre activité industrielle propre visant à développer des outils de production pour l'industrie LENR. Le modèle évolue avec le projet.

    14. Le futur

    A. Vous ne nous avez pas parlé des états-Unis, du SRI, d'Industrial Heat et du fond d'investissements Cherokee, de leur possible accord avec la Chine, de la Nasa et de Boeing, et des quelques entreprises travaillant sur LENR comme Brillouin Energy Corporationpar exemple.
    M. N'est-il pas temps de développer un pôle européen ?

    A. Des messages ?
    M. Nous sommes en relation avec d'autres équipes d'innovateurs dans les domaines du droit, de l'économie et de la finance, en particulier. Nous comptons aussi sur eux et sur le soutien de la communauté scientifique pour nous aider à mettre en œuvre ce nouveau modèle de financement de l'innovation et de la recherche. Nous aimerions travailler en partenariats avec des universités.

    A. Votre coup de gueule ?
    M. Les énergéticiens devraient totalement supporter le projet LENR. La transition énergétique se traduira par un changement de modèle d'activités avec plus d'énergie à produire et à consommer, des milliers de micro-grids et des millions d'unités de production à gérer. Le développement territorial sera bouleversé, avec une généralisation des coopératives énergétiques, une voie royale pour le développement d'une énergie décentralisée. Avec de petites unités de production, le développement du parc s'autofinancera rapidement.

    A. Votre vision de l'évolution des marchés ?
    M. Un nouveau compromis entre entreprises et innovateurs est une évolution inévitable.

    A. Votre vision à long terme ?
    M. Il faut garder à l'esprit qu'abondance d'énergie veut aussi dire abondance de ressources, à commencer par l'eau.

    A. Et si LENR n'était pas le Graal ?
    M. Nous ne trouvons pas toujours ce que nous cherchons mais aujourd'hui on ne peut faire l'économie de trouver.

    A. Votre mot de la fin ?
    M. Quand ma fille me demande quel est mon projet, je lui réponds : Je travaille à sauver le monde et j'ajoute mais avec d'autres pour la rassurer Cela la fait rire mais en même temps, elle sait que c'est une vraie question.
    A. Nous en savons beaucoup plus sur la nature de votre projet. Je suppose que nous en aurons une vision plus opérationnelle prochainement.
    M. Quand nous aurons satisfait aux conditions initiales de succès que nous nous sommes fixées.
    A. Qui sont?
    M. Un soutien d'une ou deux grandes entreprises, une coopération avec au moins un acteur académique, un financement initial, finaliser nos accords avec des scientifiques clés, avoir un ou plusieurs partenaires pour conduire le développement de nos activités avec les industriels.

    A. Votre calendrier pour y satisfaire ?
    M. Au quatrième trimestre 2014 pour pouvoir présenter notre projet pour notre premier tour avec des investisseurs au premier semestre 2015.

    A. Merci
    M. Merci du temps que vous avez consacré à nos discussions et à finaliser ensemble cette synthèse.

    Pour explorer certaines questions clés.
    Philippe Silberzahn : « La démarche entrepreneuriale consiste non pas à résoudre un puzzle conçu par d'autres, mais à assembler un patchwork avec des parties prenantes qui se sélectionnent elles-mêmes ». http://philippesilberzahn.com/…neuriale-3-patchwork-fou/
    La compétition est parfois de promouvoir et développer la coopération, qui sinon détruit plutôt de la valeur. http://angrybearblog.com/2014/…tion-and-cooperation.html
    Un investissement borné, des pertes acceptables, et des gains imprévisibles et non bornés.
    http://www.contrepoints.org/20…ement-en-perte-acceptable
    Nature Scientific Report: Evolution of "Networked Minds" - Scientists show that a Fundamentally New Kind of Economics is Needed.
    http://www.futurict.eu/news/na…ow-fundamentally-new-kind

    Institute of Venture Science is designed to invest in the high risk, high reward approaches that are likely to yield important scientific breakthroughs http://faculty.washington.edu/…ituteofventurescience.pdf

    Disruptor proof point par “650 labs” http://www.650labs.com/disruptor-proof-points/

    On retrouve des concepts clés dans les œuvres de Norbert Alter sur « l'innovation Ordinaire » ou ceux de Nassim Nicholas taleb sur « Les Cygnes Noirs »
    Les livres et articles d'Edmund Storms, un des scientifiques avec M McKubre et JP Biberian, ayant une vision large du domaine. Les incontournables :
    Son livre « The Science of Low Energy Nuclear Reactions »:
    http://www.amazon.com/Science-…mprehensive/dp/9812706208
    Son article de revue du domaine « Status of Cold Fusion (2010) »
    http://lenr-canr.org/acrobat/StormsEstatusofcoa.pdf
    Pour une compréhension historique, on peut lire :
    Le livre très documenté de Charles Beaudette, « Excess Heat » :
    http://iccf9.global.tsinghua.edu.cn/lenr home page/acrobat/BeaudetteCexcessheat.pdf
    Divers articles de Jed Rothwell qui en tant que « gardien de la bibliothèque » http://LENR-CANR.org une vaste vision historique.
    L'épistémologie apporte des clés et en particulier Thomas Kuhn avec « Structure des révolutions scientifiques », bien résumé ici :
    http://mip-ms.cnam.fr/servlet/…?ID_FICHIER=1295877018064
    http://www.uky.edu/~eushe2/Pajares/Kuhn.html
    Les travaux de Roland Benabou sur la « pensée de groupe « Groupthink : Collective Delusions in Organizations and Markets » http://www.princeton.edu/~rbenabou/papers/Groupthink IOM 2012_07_02 BW.pdf

    License Creative Common LENR-Forum & LENR-Cities http://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/ch/deed.fr

    maybe microwave as quantum particles behave differently, or some virtual particle pass through the wall like in a reactor...


    one hypothesis that some have given is that the box is not closed for the particle that count. maybe the Emdrive is a turbocompressor jet engine for virtual particle plasma, dark mater, or spacetime loops... :S


    I feel easier to test with a torsion balance :D

    Not being convinced is wise...
    Current level of evidence is "intriguing" and "deserve more work".
    Being sure it is false is no less irrational, even for someone who believe religiously on conservation of momentum. It is so complex, with so many tricks possible, that being sure is not rational.


    However one can safely bet against EmDrive, and speculate it is real... the odds are not infinite, but are big against EmDrive.


    I wish it is real as it would be useful, but I expect some really tricky artifact have spread across 3 teams and 5 setups.. it is just a really tricky microwave artifact, not one of those skeptics have raised. maybe it can even be useful.
    Serendipity works this way.


    look of philosopher stone and find cure for eczema.
    After all the inventor of Vxxgra looked to cure angina pectoris...

    like Fetta, whatever is the error of Shawyer in his theory (it seems he is aware of that critic and address it, but who cares), the measurement say it seems to work.
    no theory can prove EmDrive can work even if it is perfect and mainstream.
    what will prove it works is a measurement, and until now it seems good.


    I don't even understand why people discuss of his theory if it is so bad. better ignore it, not use it as an argument, to or against.


    anyway the fact that many overeducated people cannot understand that the null-drive is not a blank test (the blank is a RF load), but a theory test.


    theory and reality are differents. the map is not the territory.


    note that BuilTheEnterprise blog made an article on tha problem reminding the results
    http://www.buildtheenterprise.…-test-paper-summary-table



    the Emdrive controversy, which is much more established than LENr is a very good test of current problem that scientific elite, at least science media, have with epistemology, between theory and reality, theory and experiments.


    as the NASA testers said, best is not to consider theory. there are currently 4 theory :

    • shawyer based on relativistic physics
    • Chinese based on maxwell equations
    • Fetta (thus refuted)
    • NASA based on the virtual particle plasma.

    Soon the battle between deniers and realist on cold fusion/LENR will be fierce, and we will need to have data and arguments to face the mountain of urban myth and manufactured false-truth that protect current consensus. In the middle of that bloody battlefield there will be open-minded people who will follow the arguments, the data, They will consider the deniers arguments as much as ours, probably having current manufactured consensus as an initial prejudice. This is why it is important to have good arguments, to know the history of LENR, the science of LENR, the fallacies against LENR.


    There are many articles on internet but it is not so structured, even if it can be a very good introduction, and valuable resource to argument. To master that subject and be able to understand the depth of anti-LENR fallacies one need not only to know Cold Fusion history, but also Cold Fusion science, at least the basics.


    It took me more than one year to have access to the book I will advise, and read them. i am conscious that today few people have the courage to read hundreds of technical pages, but I don't see any alternative. Here is my proposal :

    • If you are not so convinced, if you want to advise a book to an open minded newcomer the good book is "Excess Heat" by Charles Beaudette. Even the first chapter is already convincing, not in all details, but to explain the structure of the myth and prepare honest people to take care of mainstream claims. this book is also a good student book about calorimetry and epistemology applied to cold fusion fiasco. It details the mistakes that found mainstream myth. It tells the history until 2002, with only the key details, but study precisely the causes and the structure of the fiasco. If only one book, this is the good one.
      "Excess Heat: Why Cold Fusion Research Prevailed" is published by Infinite Energy, available on Amazon, and also freely published by the author in ICCF9/Tsinghua
    • If you are desiring to debate on cold fusion, avoiding argumentation pitfalls and wishful thinking, the best tool to know what is observed in LENR science, what are the theory and their drawbacks, the experimental pitfalls that have been exploited by myth-builders, the best book is "The science of LENR" by Edmund Storms. This book is a huge review, firsts of the experimental results which are sorted by types, then about theories. To that there is reference appendices about calorimetry and palladium behavior. This book allow one to understand many details in Mallove and beaudette books, and sure it can help understand the absurdities of claims in the books of gary taubes, parks, Huizenga. Unlike Beaudette and Mallove, Edmund Storms seldom address history, except to spot blatant errors like the gary taubes conspiracy theory on tritium, or the manipulation of Hansen supporters to make recombination look noticeable by reducing current density.
      The book "Science of Low Energy Nuclear Reaction: A Comprehensive Compilation of Evidence and Explanations about Cold Fusion" is no more available on Amazon , but I could find it on World Scientific, it's publisher. Maybe you can find it elsewhere as used book... Too bad it is short when the battle is approaching.
    • The most detailed history book describing the early cold fusion saga, the few month were the official myth were built, mostly the first 2 month, and a little the 18 first month, is "Fire From Ice" by Eugene Mallove. His book is less technical than Charles Beaudette, covers less the logical fallacies and epistemological errors, but is much more detailed on the intrigues, the various errors of cold fusion actors, that allowed that fiasco to establish as a consensus. One benefit from having read Edmund Storms or Beaudette books to understand the validity of some arguments.
      "Fire from Ice: Searching for the Truth Behind the Cold Fusion Furor" is sold by infinite Energy and available on amazon.
    • The last book is an optional advice, it is "The explanation of LENR". One big problem with cold fusion is that today most people on earth refuse to accept evidence if the is no theory to explain it. This is why some have denied LENR , and why others have proposed pet-theories that violate basic laws of physics. Edmund Storms in that books cover that subject. The book starts with a detailed survey of the experimental results that a theory would have to predict. Then it makes a review of what the laws of thermodynamics, chemistry, physics, imply when considering theories. It continues by analysing currently proposed theories, sorted by classes, and spotting the incoherence with physics, thermodynamics, and chemistry laws. It continue by defining what are the properties of any possible theory according to his conservatives assumption. Finally he propose one theory, the Hydroton. That last point is very interesting, but for argumentation the path from experiments to theoretical requirements is the real value of that book. the hydroton theory can also solve the irrational fear of some deniers who refuse to consider facts without a theory.
      "The Explanation of Low Energy Nuclear Reaction: An Examination of the Relationship between Observation and Explanation" is published by Infinite Energy.

    Armed with those book, you will sure be able to argument on people who challenge the reality of cold fusion from early refuted results, from unproven and refuted conspiracy theories, without the least positive results to oppose, with a long list of proven errors, misconducts, fallacies, that normally should send them to academic hell of ridicule.


    If you want to laugh afterward, you may try to read the skeptics book, starting from the one of Gary taubes, but really the price of the book and your time is not worth the pleasure to read bad science

    I just found this paper from Germany, university of Bremen and German Aerospace Agency.



    This article is not a real breakthrough, even if it is intriguing, but it shows some new interest, especially by researchers from... Aerospace industry. Again.

    Mats Lewans, the author of "An Impossible Invention" which tells the saga of Andrea Rossi and his E-Cat, have published an errata, mostly correcting typo and name errors. The main addition is precision about the legal outcome of Petroldragon scandal.


    Rossi was condemned to 260kEur fine and 1 year of prison, for violation of new laws relative to waste management, and lack of newly required permits. However for the greatest accusations, of conscious fraud scheme and waste dumping but it was found that there was no fraud and that the activity was real with real production really sold to clients.


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